E’ attualità di queste ultime ore l’impegno dei grandi della Terra riuniti a Glasgow In Scozia di contenere l'incremento della temperatura globale entro i 1,5 °C, con l’ambizioso scopo di azzerare le emissioni di gas serra intorno a metà del secolo. Per far ciò, una delle strade praticabili da subito è stata individuata nel piantumare, entro il 2030, mille miliardi di alberi.
E’ quanto mai rilevante che la conoscenza della diversità genetica nelle specie coltivate riveste un ruolo cruciale per la sostenibilità ambientale. Piantare e coltivare varietà adatte all’ambiente di coltivazione consente un utilizzo razionale ed ottimale delle risorse disponibili. Da qui l’importanza della conoscenza e della ricerca, non solo delle specie autoctone o coltivate attualmente, ma, data la richiesta di ampliamento del patrimonio varietale, della necessità di individuare, salvaguardare e divulgare nuove varietà ad alto rendimento adatte all’ambiente in cui andranno a svilupparsi. In tale contesto, l’accesso ai dati relativi alla caratterizzazione biochimica e alle caratteristiche nutraceutiche delle specie coltivate può meglio indirizzare le scelte varietali, incontrando la sensibilità dei consumatori e dell’industria di trasformazione verso cibi funzionali che coniughino la funzione nutritiva agli effetti benefici sulla salute.
Tali dati vengono riportati nei rapporti che vengono rilasciati dal CPVO (Community Plant Variety Office), con sede ad Angers (Francia), l’organismo comunitario che amministra i diritti sulle nuove varietà vegetali nella UE. E’ prassi consolidata in agricoltura provare innesti nuovi da cui scaturiscono nuovi prodotti che troviamo oggi sulle nostre tavole (un esempio pregevole è il caco-mela).
Il CPVO, attraverso l’osservazione e l’analisi dello sviluppo della nuova specie, ne certifica le proprietà (novità, distinzione, omogeneità e stabilità) riconoscendo per la nuova specie un diritto di esclusiva al legittimo costitutore. Tali specie se giudicate in possesso di tali requisiti sono parificate ad un brevetto, dove il merito spetta senz’altro al costitutore ma in pari modo alla natura. Una natura che siamo chiamati a proteggere e salvaguardare e da cui – se sapremo correre ai ripari - continueremo a trarre benefici.
© ARKONSULT 2021